Camorra e borghesia, a Napoli evoluzione impensabile. Gratteri prova a scuotere, ma le forze di polizia non riescono a tenere il passo. Migliaia di attività in mano alla malavita

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Non c’è potere economico che non si nutra di consenso sociale, popolare. Non c’è potere criminale che non abbia sostegni in pezzi della società civile. Non ci sono mafie senza l’adesione di pezzi della borghesia cittadina. Parla di pezzi – è bene chiarirlo – non dell’intero, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, a margine della conferenza stampa di ieri sul ritrovamento del tesoro del clan Contini. E ancora: “Quando sono arrivato qui a Napoli non immaginavo di trovare questo livello di evoluzione della camorra imprenditoriale”.

In realtà le operazioni di riciclaggio e fittizie intestazione di beni e attività, come ricordato tante volte dal nostro portale, hanno raggiunti numeri stratosferici: non si riesce nemmeno più a capire dove inizi l’illegalità. Ci mangiano un po’ tutti: avvocati, commercialisti, geometri, ingegneri, architetti, operai.

Il magistrato ha aggiunto: “I boss continuano a imporre ordini nonostante il regime di 41 bis ha ricordato Gratteri. “Il carcere non funziona così com’è. A parte il sovraffollamento, a parte centinaia di telefonini che ci sono in ogni carcere, a parte l’uso dei droni per far arrivare dentro il carcere telefonini, droga eccetera. Oggi scopriamo con questa indagine che dal 41 bis si comanda”.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews

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