Conte, presentazione ufficiale: “Kvara e Di Lorenzo restano, decido io”

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In tutto il mondo i napoletani sono tanti. Ha una promessa da poter fare al popolo napoletano? Quale sarà la sua entità?

«Posso promettere serietà che spesso viene sottovalutata. Nel dare tutto per il Napoli. Nel trasmettere quello che è la mia cultura lavorativa. La mia mentalità. Nel trasmettere le mie calcistiche. Voglio rendere orgogliosi i propri tifosi. Alla fine la gente deve riconoscersi nella propria squadra. L’obiettivo è rendere orgogliosi i napoletani».

Napoli è una realtà molto difficile. Ha una strategia per fare bene?

 

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Perché ha scelto il Napoli? Ha avuto altri contatti?

«Ho scelto Napoli per il progetto. Questo deve essere chiaro. Ho firmato un contratto di tre anni. Il presidente è stato molto chiaro. Si ripercorrerà in base a delle situazioni che sono compatibili con il club. Il progetto è quello di cercare nel più breve tempo possibile di far diventare Napoli un’alternativa credibile alle solite note. 14 anni il Napoli è stato sempre in Europa. In questi 14 anni si è vinto uno scudetto. L’anno scorso è stata una annata non positiva. Oggi c’è da ricostruire. Ci vorrà un po’ tempo. Chi ha tempo non aspetti tempo. Di mercato si può dire o non dire. Dall’estero era arrivata qualche proposta. Ma c’era un discorso avviato con il presidente dove c’era una promessa. A bocce ferme abbiamo deciso di lavorare insieme».

Che effetto le fa lavorare al Sud?

 

«So cosa significa lavorare al Sud. Per me è un ritorno a casa da allenatore di una grande squadra».

 

Come l’ha convinta De Laurentiis?

 

Quanto tempo servirà per ricostruire?

«Come ho detto prima “chi ha tempo non aspetti tempo”. Io aspetterei già domani a fare battaglia su tutti i punti di vista. Poi bisogna essere anche realisti: due anni fa si è vinto lo scudetto, ma l’anno scorso si è terminati a 40 punti di distacco dalla squadra che ha vinto il campionato. Decimo posto e fuori dopo 14 anni dalle competizioni europee. Non bisogna pensare che si cambi allenatore e torni tutto facilmente come prima. C’è un grande progetto, secondo me non possiamo competere con le solite note per ingaggi e investimenti, perché parliamo di altre realtà. Però possiamo competere per lavoro, cultura del lavoro, sacrificio. Quando io ho detto ‘Amma faticà’, su questo non deve poterci battere nessuno. Su ingaggi e investimenti ci sono altre realtà. Però con la cultura del lavoro penso che possiamo colmare questo gap, non so in quali tempi ma sapete che non ho tanta pazienza nel fare il comprimario».

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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