Arzano. Clan della 167 tra camorra e religione: rimossa dai carabinieri la statua di padre Pio. Era un tributo alla camorra

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Arzano – Clan della 167 tra camorra e religione: rimossa dai carabinieri la statua di padre Pio. Era un tributo alla camorra. Una grande statua posta a protezione del rione e degli affiliati, e un piccolo parco giochi sono stati abbattuti nella giornata di ieri durante un blitz posto in essere dai militari della locale tenenza. La statua era collocata all’interno del rione popolare in via Colombo, ove fino a qualche anno fa era in atto lo spaccio e la vendita di stupefacenti, di armi e l’occupazione abusiva di alloggi da parte di esponenti di primissimo piano del clan locale, costola del potentissimo cartello degli Amato-Pagano. Dai primi accertamenti sarebbe emerso che il manufatto e le giostre erano era state fatte realizzare da un personaggio di spicco della criminalità organizzata. Un tributo al Santo eretto quale fede a protezione. Protezione che a quanto pare non è servita visto che sono oltre 35 gli arresti in circa due anni di attività investigative da parte dell’Arma. La camorra continua, quindi, a manifestare un forte senso di devozione ed attaccamento alla religione. Un legame, quello che congiunge la criminalità organizzata, alla fede religiosa attraverso l’attaccamento alle icone sacre. Un bisogno, quello di affidarsi alla fede, che nasce dalla necessità di condivisione degli stessi “valori” per consolidare il clan, perché spesso i vincoli familiari o di amicizia non bastano a far rispettare le regole. È necessaria anche una pseudo “sacralità”, utilizzata soprattutto come una specie di codice morale. Una costante che lega molti clan alleati. Anni fa, nella vicina Casavatore, i carabinieri rinvennero e fecero abbattere un manufatto con all’interno la statua di Padre Pio fatto realizzare dal padre di un boss della camorra, morto nel 2003. Il figlio Ernesto Ferone, attualmente detenuto, è ritenuto dagli inquirenti il capo dell’omonimo clan attivo a Casavatore e personaggio di primo piano del clan che attualmente sarebbe alleato con la costola arzanese degli scissionisti. Era il 2022, invece, quando il comandante della Polizia locale, Biagio Chiariello, non autorizzò la processione della Madonna dell’Arco ad Arzano in quanto il percorso era tra le palazzine della 167 e dove anni prima c’era stata addirittura l’esibizione dei cosiddetti battenti con i gonfaloni effigianti la madonna.

Giuseppe Bianco

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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