Decreto Salva casa, ecco cosa si può sanare e i tempi previsti

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Domande di sanatoria possibili già dal 30 maggio. Il decreto Salva casa (Dl n. 69/2024) è stato firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ed è stato pubblicato, dopo gli annunci dei giorni scorsi, sulla Gazzetta Ufficiale del 30 maggio. Entra in vigore da subito, facendo scattare la nuova procedura di accertamento di conformità, a pagamento (con cifre comprese tra mille e 31mila euro), per le difformità parziali rispetto a quanto autorizzato dai Comuni. Il provvedimento ora andrà alle Camere per la conversione in legge.

Le richieste ai Comuni
Proprio le amministrazioni comunali saranno le protagoniste di questa fase. La nuova procedura di accertamento di conformità sarà simile a quanto già previsto dal Testo unico edilizia, ma bisognerà comunque adeguare modulistica e pratiche, in tempi record, alle differenze introdotte dal provvedimento.

Il decreto – va ricordato – prevede la possibilità di sanare difformità, a condizione che sia rispettata la disciplina edilizia del tempo dell’intervento (quindi, norme di progettazione e impiantistica) e quella urbanistica del tempo di presentazione della domanda (quindi, i carichi urbanistici). È una semplificazione rispetto al passato, quando il doppio livello urbanistico-edilizio andava verificato sia per il passato che per il presente. Da sottolineare che, per gli abusi e le difformità totali, resta la disciplina più rigida.

L’effetto imbuto nei Comuni

Il provvedimento prevede anche un meccanismo di silenzio assenso. In caso di permesso di costruire in sanatoria la Pa avrà 45 giorni per rispondere, mentre in caso di Scia in sanatoria avrà 30 giorni. Nei primi giorni è probabile un effetto imbuto, con una grande quantità di domande per i Comuni. In molti casi, allora, potrebbe maturare il silenzio assenso e le amministrazioni potrebbero non avere il tempo di esaminare nel merito le richieste. Seguiranno una strada diversa gli immobili in zone vincolate, per i quali ci saranno termini più lunghi, e quelli che abbiano bisogno di un supplemento di istruttoria.

Tolleranze dal 24 maggio

Non tutte le norme del decreto, però, avranno come riferimento la data del 30 maggio. Il capitolo dedicato alle tolleranze, infatti, sarà agganciato a una data diversa, quella del 24 maggio. Solo i lavori realizzati entro quel termine, infatti, potranno sfruttare il nuovo regime di tolleranze, più favorevole. Le tolleranze costruttive non saranno più del 2%, come adesso, ma saliranno fino al 5% e saranno parametrate alla dimensione dell’immobile.

Per le case più piccole ci saranno tolleranze più alte. Un trilocale di 100 metri quadri avrà una tolleranza del 4%, che potrà tradursi in stanze più grandi. Fino alla data del 24 maggio avranno valore anche le nuove tolleranze esecutive, che legittimano le difformità legate all’esecuzione delle opere.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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