INTERVISTA A NICOLA MORRA (EX PRESIDENTE COMMISSIONE ANTIMAFIA): “LA CRIMINALITA’ VA COLPITA SUL PIANO ECONOMICO, LE PREFETTURE INTENSIFICHINO I CONTROLLI, NEI TRIBUNALI FALLIMENTARE POI…”

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Ai microfoni di Terranostranews abbiamo sentito l’ex senatore e presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra per fare il punto della situazione sulla criminalità organizzata in Italia e sulle strategie da intraprendere per arrestare il dilangante fenomeno dell’infiltrazione mafiosa nel tessuto socio – economico.

Nicola Morra, nel corso della sua attività parlamentare, ha condotto battaglie importanti per contrastare anche il fenomeno della collusione tra politica, camorra e mafia. Si è scagliato spesso contro le Prefetture, nelle quali, secondo l’ex senatore pentastellato era forte la presenza “di colletti bianchi che non fanno l’interesse delle comunità”.

Ma Morra è anche famoso per le liste degli impresentabili. Prima di ogni tornata elettorale – secondo quanto previsto dalla Legge Severino – segnalava agli elettori i nomi dei candidati sindaci e degli aspiranti consiglieri inquisiti e condannati. Molto spesso gli amministratori segnalati da Morra sono finiti al centro di inchieste e situazioni imbarazzanti.

Ecco le domande.

Redazione: Dottor. Morra la criminalità in Italia ha spostato i propri interessi, come dice il Procuratore di Napoli Gratteri è difficile che la camorra piuttosto che la ‘ndragheta oggi diano vita a battaglie armate. Oggi dove si stanno focalizzando gli interessi dei criminali?

Morra: “La criminalità è attivissima nel settore economico. Oggi si spara difficilmente. La camorra e la ‘ndrangheta fanno impresa. Non a caso negli anni il numero delle interdittive antimafia è cresciuto a dismisura, ma è chiaro che si fa ancora poco, pochissimo per colpirli ed estrometterli dal giro degli affari.

Redazione: Secondo Lei dove e in che modo si dovrebbe intervenire?

Morra: “Innanzitutto le Prefetture devono intensificare l’attività preventiva. Spesso vediamo Prefetti molti scrupolosi e attenti sul fronte delle interdittive e spesso, purtroppo, Prefetti “distratti” che non si avvalgono di questo strumento messo a disposizione dalla legge. L’interdittiva è fondamentale, anche perchè, l’azienda in cui sussistono tentativi di infiltrazione da parte della criminalità, smette di operare e quindi si chiudono i rubinetti economici. Purtroppo però ci sono numerose criticità, proprio perchè, la misura dovrebbe essere estesa anche alle imprese che si costituiscono ex novo ma che sono comunque – in qualche modo – legate alle vecchie gestioni. Non di rado capita che con degli escamotage, dopo le interdittive, quelle imprese riaprono con un nuovo nome, apparentemente con un nuovo assetto societario, ma di fatto mezzi, attrezzature, lavoratori dipendenti e il capitale proviene sempre dalla gestione che era contigua ai clan.”

“Se non si inviano commissioni d’accesso nei comuni, se non si attiva il GIA per le interdittive, se non si è determinati nessuna procura riesce ad arginare la criminalità. Bisogna fare attenzione anche nelle sezioni fallimentari dei Tribunali”.

Redazione: Perchè? Cosa accade nelle sezioni fallimentari?

Morra: Spesso la criminalità, attraverso colletti bianchi: parlo di avvocati, professionisti e commercialisti a loro vicini, riesce a rientrare in possesso, con escamotage, di beni, cespiti e proprietà con la complicità dello Stato. Uno dei casi più eclatanti è quello dell’ex leader di Sicilindustria Antonello Montante, condannato per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. Quest’ultimo è riuscito a riprendersi – secondo il cronista Enzo Basso – una parte dei beni sequestrati che sono rientrati in suo possesso attraverso la società Alechia intestata alle sue due figlie. Il tutto alla luce del sole senza l’opposizione dello Stato.”

Da Presidente della Commissione Antimafia ha fatto tante battaglie. Spesso è stato contestato per gli impresentabili, cosa si sente di dire?

Morra: “Ho commesso tanti errori sicuramente. Ma io adempievo a degli obblighi di legge. Se un politico incorreva in comportamenti che la legge e il codice di autoregolamentazione censuravano dovevano essere considerati impresentabili. Ho fatto solo il mio lavoro.”

Redazione: Lei crede molto nella cultura dell’antimafia, spesso anche nel suo partito ha condotto battaglie importanti, spesso impopolari, possiamo definirla un politico “sui generis”?

Morra: “Io mi sono sempre tolto la casacca del movimento perchè ritengo che le mie idee, il mio credo e la mia moralità vengano prima di tutto, forse per questo mi hanno fatto fuori. Sono stato uno dei pochi a dire all’ex Ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, all’epoca collega del movimento, che con il Decreto Cura Italia si stava favorendo la scarcerazione di mafiosi e camorristi. Fui uno dei primi a dirlo, ovviamente la stampa si scaglio contro di me, ma alla fine ebbi ragione. Ci fu un successivo intervento normativo che corresse le storture e il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dott. Basentini, si dimise.”

Redazione: Cosa si sente di dire a chi crede che le mafie possano essere ancora sconfitte?

Morra: “E’ dura. Sconfiggere un sistema così incacrenito è dura. Però bisogna fare un fronte comune, quanto più largo e possibile. Gli Italiani sono disposti a farlo? Vogliono veramente cambiare questo paese? Io ci credo sempre, non so gli altri.”

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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